Limine 2018 e 2016, Terre di Ger
Per parlare di questo vino voglio iniziare dallo slogan che campeggia sul sito del produttore, “Il nostro lavoro finisce in campagna. Il vino è la naturale conseguenza“. Poche parole che spiegano perfettamente l’idea di vino della famiglia Spinazzè. Un’idea che ha portato Gianni Spinazzé ad essere anche uno dei fondatori dell’associazione Piwi Friuli Venezia Giulia.
Tra i quattro Piwi (due bianchi e due rossi), prodotti da Terre di Ger nei suoi circa 80 ettari al confine tra Veneto e Friuli, ho scelto di assaggiare il Limine, il nome deriva dal latino limen, che significa proprio soglia/confine. Avendo a disposizione le annate 2016 e 2018 ho pensato di confrontarle e percepirne l’evoluzione. L’uvaggio di questo vino bianco fermo è Soreli (90%) e Sauvignon Kretos (10%). Il Soreli è un incrocio tra Friulano (ex Tocai) e Kozma 20-3 che vede nella sua genealogia anche il Traminer oltre alle varietà resistenti. Il Sauvignon Kretos, come chiaramente si percepisce, è figlio del Sauvignon Blanc e di Kozma 20-3. Le uve provengono dai vigneti di Villaraccolta/Pasiano di Pordenone, coltivati su suoli argillosi e sassosi con presenza di fossili marini.
I vini arrivano da due annate climaticamente abbastanza simili, seppur con qualche pioggia in più nel 2016 e temperature mediamente più alte nel 2018. Entrambi sono stati vinificati in parte in acciaio e in parte in barrique per 30 giorni, con affinamento poi sulle fecce fini per circa 7 mesi prima dell’imbottigliamento a fine maggio.
Vista la cornice, ora mi posso dedicare alle opere: Limine 2018 e Limine 2016.
Limine 2018, Terre di Ger
Nel calice è brillante con riflessi dorati, i profumi sono fini e floreali ma appena lo si fa danzare un pochino regala note di frutti esotici ed agrumi. All’assaggio si impone una bella mineralità e sapidità che accompagna sentori di frutta polposa come la pesca gialla fino ad un finale agrumato e citrino di grande freschezza. È abbastanza persistente negli aromi e le sensazioni minerali fanno venire voglia di un’altro sorso e di un’altro ancora. Più lo assaggio e più percepisco una felice armonia che è impossibile non apprezzare. Dopo due/tre piccoli assaggi sento sulla lingua un ricordo di salvia e di erba tagliata. È un vino che si fa gustare con calma, offrendo ad ogni sorso qualcosa di nuovo. Puoi semplicemente godertelo come aperitivo senza troppe seghe mentali oppure, come vorrei tanto provare in questo momento, con una tartare di tonno. Appare dinamico ma ha comunque un volume alcolico del 14% che è però bilanciato dalla notevole spalla acida. Mi ricorda le prime volte che assaggiavo il Tocai, di quanto mi piaceva e.. di quanto velocemente si faceva sentire! Quindi in definitiva, gran vino, elegante e potente come un To… Soreli deve essere.
Limine 2016, Terre di Ger
Anche qui il colore è brillante ma leggermente meno ‘squillante’, alla rotazione si formano degli archetti lenti che farebbero pensare ad un volume alcolico notevole ed invece è leggermente inferiore al precedente, è del 13,5%. I profumi sono più caldi e vegetali, penso al fieno, al miele e alla foglia di pomodoro, …un ricordo di Sauvignon blanc. La complessità è superiore ed è piacevole continuare ad annusarlo. All’assaggio è molto diverso, seppur con una sensazione minerale sapida più delicata che lo accomuna al precedente, qui ci si trova di fronte ad un bianco evoluto, rotondo e glicerico, il frutto è maturo ed avvolgente e la persistenza lunga. Il finale fresco e agrumato. È un vino maturo come si potrebbe definire una persona cinquantenne che ha già accumulato abbastanza esperienza nella vita ma che ha ancora molto da dire, quindi non mi sorprenderebbe di assaggiare questo vino tra 3/4 anni e trovarlo diverso, evoluto, con nuove ‘esperienze’ da raccontare. Se il precedente era adatto per un aperitivo questo come minimo dovrebbe accompagnare delle pappardelle ai funghi porcini o una spigola al forno.
Dopo averli assaggiati entrambi posso sintetizzare che il Soreli di Terre di Ger è un ottimo bianco che ti puoi godere nel sua giovinezza ed anche nella sua maturità dopo anni di affinamento. Ho apprezzato molto la pulizia e l’eleganza di questi due vini che coniugano con armonia la mineralità e l’aromaticità che li caratterizzano. A cena finita ho comunque continuato a sorseggiare con piacere il 2016… e pensato ai confini, quelli che ci poniamo e quelli che ci impongono. In fondo anche i Piwi sono vini di confine, limen tra incroci naturali e manipolazione genetica e limen per chi cerca vini senza residui ed ecosostenibili.
Terre di Ger è in Via della Meduna 17, a Frattina di Pravisdomini (PN) – sito