Sasera e Sasera b., 2019, CrodaRossa
CrodaRossa è un progetto di viticoltura sostenibile voluto da Paolo, Alessandro, Martina e Glenda. Il nome della cantina è un tributo alla tipica roccia rossa che caratterizza le Prealpi Bellunesi. Anche nel nome “Sasera”, vi è un riferimento al terreno, “pieno di sassi”, delle vigne di Pian delle Vit, in località Colderù di Lentiai. I due Sasera che assaggio sono entrambi ottenuti da uve di Souvignier Gris che vengono però vinificate in maniera diversa.
Sasera bianco 2019, CrodaRossa
Veneto IGT
Alla vista è giallo paglierino dorato, consistente e cristallino nel calice. Il profumo è complesso, di fiori gialli, frutti tropicali e sentori vegetali. Ricordi di salvia e prati primaverili. All’assaggio è teso e fresco con un’acidità pronunciata. Gli aromi sono di frutta matura e la progressione sempre fresca.
Spicca la sapidità e una conseguente sensazione minerale nel palato. Il finale è agrumato con una persistenza abbastanza lunga.
Come vinificazione, fa una macerazione pellicolare a freddo di 12 ore, pressatura soffice e riposo del mosto per 24 ore. La fermentazione è lenta, gestita a basse temperature per 10-15 giorni poi viene travasato. Matura sulle fecce nobili per 5 mesi. Il volume alcolico è del 13%. Ne sono state prodotte 426 bottiglie, questa è la 102. È un vino fine e di corpo che va ben oltre l’aperitivo.
Sasera bianco 2019 (barrique), CrodaRossa
Veneto IGT
Alla vista è giallo paglierino dorato, molto consistente e cristallino nel calice. Il profumo è fantastico, complesso, evoluto e intenso. Al floreale e fruttato si aggiungono sentori di vaniglia, miele e fieno. Elegante e invitante che non vedi l’ora d’assaggiarlo.
Regala armonia e sensazioni fruttate di frutto giallo polposo e agrumi, con morbidezze calde e gliceriche. Nei retronasali si percepisce il passaggio in legno e note composte di tostatura che gli regalano sentori di vaniglia molto eleganti. Ci trovo anche una lieve tannicità.
Bella progressione dove l’acidità aiuta e la parte sapida è in armonia con le parti morbide. L’insieme è davvero interessante, ne esce un bianco strutturato adatto ad accompagnare piatti importanti.
Penso che il confronto con la versione in acciaio abbia senso solo in relazione alla piacevolezza che mi ha suscitato. Confrontando i calici, vedo questa versione già finita mentre l’altra è per metà ancora presente.
Come vinificazione, la fermentazione è lenta, gestita a basse temperature per 10-15 giorni poi passa in barrique dove svolge anche la malolattica. Il volume alcolico è del 13%. Ne sono state prodotte 600 bottiglie, questa è la 148. Bella anche l’aromaticità che rimane a lungo nel palato sfumando in un ping pong di agrume e vaniglia.
Entrambi i vini hanno carattere. Mi piace vedere come le scelte enologiche, il terroir, e la varietà Souvignier Gris, riescano ad interagire. Sono vini unici e di qualità, certo che la versione passata in barrique ha una marcia in più. Un Souvignier Gris di gran classe che quando arriva nel palato senti tutta la famiglia delle papille gustative urlare in coro “dammene ancora!”
Rivedendo le schede trovo una conferma alle mie preferenze, la versione in barrique ha conquistato la medaglia d’oro 2019 ai Piwi International Award.
Note: Per problemi con la piattaforma WordPress è la terza volta che rivedo l’articolo in tre giorni. L’aspetto positivo è che ho ancora un residuo di vino disponibile di entrambe le bottiglie. Sono felice di ritrovare i vini perfettamente integri e vivi.
Tenuta CrodaRossa, Frazione Colderu’ 74 – Lentiai (BL) – Sito web
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