Mesum 2019, Pisoni

Primo giorno di primavera. Ci vuole qualcosa di speciale per festeggiare il risveglio della natura in questa Milano assolata e stanca. 

Un vino medioevale è perfetto, una pandemia ci accomuna ma questo aspetto lo tralascio volentieri. Il legame è nello stile di produzione. In vigna sono usati solo pali di castagno e materiale naturale. È praticata un’agricoltura biologica e biodinamica. Nessun macchinario, tutto manuale in questa vigna dell’Azienda Agricola Pisoni, vignaioli dal 1852 a Pergolese, nella Valle dei Laghi in Trentino.

Il Mesum prende il nome dal ciclo di affreschi del maestro Venceslao, presenti nel Castello del Buonconsiglio di Trento. Sono datati 1397 e rappresentano il ciclo dei mesi. Sopra è riportato un dettaglio del mese di vendemmia, ottobre. 

La raccolta delle uve è manuale, segue una pigiatura con i piedi e la fermentazione ed affinamento in anfore di terracotta. La macerazione sulle bucce dura 6 mesi poi si passa ad una torchiatura con un torchio ricostruito sullo stile medioevale. Questo processo avviene a Pasqua durante la settimana Santa. Poi il vino affina nuovamente in queste piccole bottiglie da 0,50 cl numerate a mano.

La mia è la 688 del 2019, sigillata con cera ed accompagnata da un cartoncino che ne racconta la storia. Come vino è classificato Bianco Vigneto delle Dolomiti IGT. 

È il momento di conoscerne il contenuto. Alla vista è cristallino e consistente, la cera arancio mi ha ingannato, pensavo di trovarci un vino dal colore ambrato ed invece è giallo tenue. Il profumo è potente, aromatico, di uva spina, rosa bianca e vino moscato. Elegante e avvolgente. 

Ho scelto un piccolo calice per l’assaggio. In bocca è davvero buono, sarà che faccio parte di quella categoria più incline agli aromi retronasali di bocca. Ora ricevo un ventaglio di sensazioni. Delicatezza floreale, vegetale fresco di buccia d’uva bianca dolce ed erbe balsamiche. Si accodano note di miele e agrume candito. Acidità e sapidità sono perfette nello stendere e allungare la persistenza di aromi dolci riconducibili al moscato.

Mi ha stupito questo vino, è prodotto con tecniche antiche ma dimostra una pulizia incredibile e modernità nel presentarsi come vino da uve aromatiche. Ha un bel corpo, il volume alcolico è limitato al 12% ed è un bene perchè lascia spazio alla piacevolezza del succo. Le uve provengono da vigneti su suolo sabbioso e limoso a circa 300 m/slm.

Come l’arrivo della primavera ha risvegliato in me qualcosa, l’apprezzamento per le uve aromatiche. Il Mesum dimostra che se trattate con maestria, regalano grandi vini.

È un vino dai profumi dolci con un residuo zuccherino contenuto di 15g/l  (paragonabile a un Prosecco extra dry per intenderci). L’acidita totale è di 6,8. La mia percezione mi sposta verso un abbinamento di contrasto con pietanze salate. Vista l’occasione lo suggerisco come accompagnamento ai primi aperitivi all’aperto, con salumi e formaggi a pasta dura stagionati. Pandemia permettendo.

2021

Azienda Agricola Fratelli Pisoni – Via San Siro 7/B, Pergolese di Lasino, Sarche (TN) – Sito web