Futuro 2020, L’ochera wines
Con questo vino mi sposto nel cuore del Valdobbiadene Prosecco per raccontare un vino diverso, “Futuro”. Un bianco da uve di Sauvignon Nepis.
Alla degustazione si mostra di un bel giallo dorato, le uve vengono vinificate con una breve macerazione sulle bucce. L’estrazione aromatica arriva bene all’olfatto. Profumi floreali e fruttati, puliti, stimolano la memoria di frutti gialli tropicali e polposi insieme a note di miele e lieviti.
In ingresso è fresco e minerale, di buon corpo. Trovo complessità nel retrogusto, arrivano aromi di fiori di sambuco, albicocca, uva passa, agrume d’arancia. La presenza del tannino e la leggera astringenza sono equilibrati con la sensazione cremosa che accompagna il sorso. Il finale è salino/minerale. È un vino dalle tante sfaccettature. Riesce ad esprimere una personalità unica fatta di freschezza e aromi molto interessanti. Guarda nella direzione degli ‘orange wine’ mantenendo però freschezza, notevole sapidità e facilità di beva. Decisamente un vino che nel calice deve essere frequentemente rabboccato.
Elegante nel complesso e di buona persistenza. Il volume alcolico è del 12,5%. Lo vedo ad accompagnare un aperitivo ‘ricco’ con crudité di mare.
Mi piace perchè è un vino coraggioso, sorprendente ed alternativo alla produzione tradizionale. Inquadra da una prospettiva diversa il panorama di un territorio vocato.
L’ochera wines è una piccola azienda agricola a conduzione familiare di Pedeguarda (TV).
Il loro Futuro esprime pienamente quell’armonia con il territorio che sta alla base della filosofia produttiva.
Visto che siamo in periodo di Carnevale consiglio di metterlo in tavola sostituendolo all’ultimo momento al classico Prosecco, sono sicuro che la sorpresa verrebbe ben accolta dagli ospiti. A parte gli scherzi, questo vino è un’ottima possibilità per scoprire qualcosa di nuovo e intrigante.
Note: il Sauvignon Nepis è un vitigno ‘rispettoso dell’ambiente’ in quanto richiede una bassissima necessità di intervento anticrittogamico rispetto alle varietà tradizionali. Fa parte di quelle varietà resistenti alle malattie fungine che sono conosciute come Piwi. Sono incroci per impollinazione di varietà di Vitis vinifera con varietà ‘selvatiche’ americane da cui la vinifera acquisisce le caratteristiche di resistenza.
Il Sauvignon Nepis è un incrocio in cui parente nobile è il Sauvignon Blanc, è stato fatto nel 2002 e dopo anni di test e selezione è stato iscritto al registro nazionale nel 2015 dall’Università di Udine/Istituto di Genomica Applicata (IGA). Nel suo genoma mantiene oltre il 90% di vitis vinifera.