Tamano, Trezero
Voglia di bollicine. L’alzarsi della temperatura le chiama con forza. Il secchiello con il ghiaccio è pronto per la bottiglia di Tamano Trezero. Si presenta brillante, le bollicine sono abbastanza fini e persistenti, continuano a salire mentre scrivo questa recensione. I profumi mi ricordano il floreale bianco, il sambuco, i frutti di pera e agrumi, le erbe aromatiche.
Le uve utilizzate sono del vitigno resistente Soreli, si esprimono con eleganza in questo spumante metodo Charmat lungo (90 giorni).
Nel palato arriva con freschezza e bella carbonica che frizza tra le guance. Mostra complessità aromatica soprattutto nel retrogusto. Ha una lunga persistenza che si scioglie lentamente su note agrumate e floreali con ricordi di frutta secca. Il sorso è sempre pulito, di grande finezza e mineralità.
Trezero è un progetto articolato pensato da quattro ragazzi il cui obiettivo è quello della sostenibilità. Si sviluppa dal vigneto alla cantina fino ad arrivare al packaging. In particolare la cantina è certificata “casaclima wine”, la sola certificazione nel mondo vinicolo in grado di garantire la sostenibilità a 360°. I vigneti sono nella zona del Friuli Grave, a circa 70 metri s.l.m. su varie tipologie di terreni.
Tamano si distingue dagli altri spumanti Piwi per l’aromaticità unica in cui il floreale domina con eleganza. È un Brut dal 12% di vol., biologico.
Territorio, varietà e ricerca di finezza si traducono in uno spumante di grande piacevolezza. In una degustazione alla cieca credo proprio possa rivelarsi ben superiore a tanti altri compresi i ‘metodo classico’.
L’ho scelto per festeggiare queste giornate in cui l’estate, malgrado le nuvole nere della guerra, ci fa aprire le finestre e ripescare le t-shirt dall’armadio. Oltre ad allietare il palato con i suoi aromi è un ottimo accompagnamento per un aperitivo all’aperto. In tre è finito molto velocemente… ça va sans dire.