I Piwi di Kellerei Passir, Le Vignole e Orsini
Tre vini da piccoli produttori che hanno in comune la varietà Solaris e qualcosa di molto più importante.
Solaris 2021, Kellerei Passir
Giallo verdino dal profumo intenso. Floreale e fruttato con ricordi di mela, pera. Note tioliche vegetali e di polvere pirica.
Assaggiandolo si sommano i sentori in una piacevole armonia retronasale. È salino, minerale. Ha una notevole tensione che vibra a lungo. Fanno capolino ricordi d’agrume in una bocca fresca che continua a salivare. Solo alla fine, dopo essersi piacevolmente cullati con gli aromi, che via via sfumano, la bocca si scalda e si ammorbidisce. È il volume alcolico del 13,5% che ci ricorda la sua presenza.
Questo Solaris ha corpo e una personalità molto montana, sembra di vedere le cime innevate oltre il calice e sentire l’aria fredda d’altitudine che entra nel palato. Bel vino, ho trovato delle analogie con un’altro vino di questa cantina a base Kerner e mi ha ricordato i vini austriaci, senza nulla togliere alla nordica italianità che rappresenta.
Kellerei Passir è di Martinerhof, un piccolo produttore altoatesino di San Martino in Passiria. Siamo all’incirca sui 650m di altitudine. Tra una frase e l’altra faccio altre cose, ogni tanto assaggio. Ha preso temperatura, le note vegetali si sviluppano sulle erbe aromatiche. Rimane nitido nella sua espressione. Indubbiamente un bel Solaris. Scopro che ha preso una medaglia d’oro ai Piwi Wine Award International 2022, bravi!.
Solis 2021, Le Vignole
Nel calice è giallo dorato. Al naso si presenta con profumi di fiori e frutta matura. Penso ai fiori d’arancio, al miele, la mela golden, l’albicocca, il melone, la frutta secca… bouquet complesso.
All’assaggio, conferma una maturità aromatica, la intendo come ricordi di frutta morbida, surmatura. Il sorso in entrata è ricco, fresco. L’acidità non manca.
Si espande in modo equilibrato, arrivano sensazioni pseudocaloriche e cremose del volume alcolico del 13%, si sciolgono nel finale lasciando la bocca pulita e una leggera astringenza tannica. La persistenza è abbastanza lunga e gradevole.
È un vino ‘solare’, pensi subito all’estate, al calore, ai cieli tersi, ai frutti dai colori sgargianti… Ha una dimensione sferica nella quale si esprime con un corpo robusto.
Senza accorgermene ho continuato a metterne un pochino nel calice mentre facevo altre cose al computer.
La temperatura si è alzata è ha mostrato un trama ben composta. Bel bianco trevigiano, e in più è Piwi!. Le Vignole sono in terra di Prosecco, a Cordignano (TV), a due passi da Conegliano. Apprezzo che questa azienda abbia deciso di creare una ‘cintura sostenibile’ con il Solaris intorno alla propria cantina in un territorio dove i trattamenti fitosanitari hanno un peso rilevante.
La Casella Barbis 2021, Orsini Giuseppe
All vista è paglierino con riflessi verdognoli. Consistente nel calice alla rotazione, ne sento il peso. Il profumo è elegante, con ricordi di fiori d’acacia, polpa di pesca, erbe aromatiche, basilico e una nota eterea.
Diversamente dal solito faccio un assaggio a temperatura ambiente (ho dimenticato di metterlo in frigorifero, lo assaggerò nuovamente freddo). Ottimo anche così! È stratificato, ampio, con una bella sapidità bilanciata da una freschezza che non cede alla temperatura, il sorso è vivo. Sensazioni di frutta gialla sciroppata e un tannino vellutato accompagnano un sorso equilibrato. La persistenza aromatica è molto lunga e fine. Solo dopo arriva l’effetto 14% di vol.. meglio che mangio qualcosa… Nel frattempo qualche info: l’uvaggio è Solaris e Bronner da uve coltivate sui 500m slm nella zona del Valcalepio (Bergamo, Lombardia). I terreni hanno la particolarità di avere la presenza del ‘sass de luna’, una roccia calcarea marnosa friabile.
Dopo qualche ora torno ad assaggiarlo freddo, si è accentuata la mineralità ed una bella tensione al palato. Regala tanta piacevolezza e armonia generale sebbene la componente alcolica si palesi nell’immaginario come un triangolo rosso sulla strada.
Indubbiamente l’accoppiata con il Bronner gli dona muscoli e complessità superiore, senza togliere niente al Solaris che spinge sulla sua fragranza e finezza. Metto solo l’iniziale ma se guardo lontano vedo il R.
Ottimo vino in rappresentanza di un territorio altamente vocato.
Conclusioni
I vini degustati esprimono i tre diversi territori in modo netto. Non è la varietà ma il terroir a fare la differenza.
Il Solaris altoatesino di Kellerei Passir è verticale, teso, con note floreali e vegetali.
Il Solaris veneto Solis delle Le Vignole è fruttato, si espande in modo più orizzontale e con muscolatura.
Il blend lombardo Solaris-Bronner di Orsini è un mix di potenza ed eleganza.
Sono perfettamente in linea con il tipo di terroir che hanno in dote.
Nemmeno a farlo apposta i tre vini hanno caratteristiche tali da consigliarli in sequenza nell’abbinamento. Partirei con un antipasto di crudité di mare per passare a spaghetti con le vongole e finire con un pesce di lago con polenta.
Vorrei fosse istituita la giornata mondiale del Solaris, I love it!