I Premiati e il Seminario della IV^ Rassegna Nazionale dei Vini PIWI 2024
Giovedì 5 dicembre 2024 si è svolta nell’aula Magna della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (TN), organizzatore dell’evento, la cerimonia di premiazione della IV^ Rassegna Nazionale dei vini PIWI.
La giornata è iniziata con il Seminario scientifico, di cui riporto alcuni passaggi (video integrale a questo link). La conduzione era affidata al Dott. Marco Stefanini presidente di PIWI Italia, il quale nell’introduzione ci ha ricordato l’ultima iniziativa messa in atto in Senato qualche giorno fa, cioè la proposta di legge per la modifica dell’art 33 comma 6 che ancora impedisce l’inserimento dei PIWI nelle DOP.
Il Dott. Riccardo Velasco ha fatto il punto sulla situazione con i circa 1000 viticoltori PIWI e una superficie che occupa complessivamente lo 0,5% della viticoltura in Italia ed ha annunciato che nel 2026 si svolgerà in Italia l’evento di PIWI International. L’Avvocato Arturo Pironti di CIVIT (Consorzio Innovazione Vite) che opera in sinergia con la Fondazione Mach, ha comunicato l’iter di registrazione di 4 nuove varietà.
La Dott.ssa Elena Baraldi, Patologa vegetale del Laboratorio di Patologia vegetale e biotecnologie dell’Università di Bologna ha fatto un intervento molto interessante sulla “relazione tra ospite e patogeno” ricordandoci che entro il 2025 dovrà essere in biologico almeno il 25% del territorio agricolo. A riguardo del cambiamento climatico, l’incremento delle temperature e delle precipitazioni (molto concentrate e violente), impatta su vari aspetti della viticoltura ed in particolare sulla pressione di Peronospora e Oidio con l’aumento del tasso di infezioni oltre che un impatto sulle fasi fenologiche della pianta che diventano sempre più anticipate. La relazione tra vite e patogeni vive essenzialmente tre condizioni: Immunità – resistenza/tolleranza – suscettibilità. Condizione 1: riconoscimento della pianta del patogeno, resistenza basale. Condizione 2: pianta suscettibile, come la vite europea – invasione totale del patogeno. Condizione 3: pianta resistente, come la vite americana – codifica per recettori, crea molecole reattive all’ossigeno che isolano e non nutrono il patogeno.
Resistosoma ZAR 1 complesso pentamerico (proteina di resistenza), permette il flusso di calcio che scatena la reazione di resistenza. Ogni gene di resistenza funziona in modo diverso. Le resistenze possono essere sorpassate. Le Vitis americane, hanno resistenze molto forti ma facilmente superabili mentre le Vitis asiatiche hanno resistenze più parziali ma durevoli. Peronospora e Oidio si possono riprodurre sessualmente, hanno una forte ricombinazione genetica. L’obiettivo del miglioramento varietale è quello di avere più geni di fonti di resistenza sulle principali malattie fungine senza tralasciare le malattie emergenti. Questo però non significa che i trattamenti potranno essere totalmente aboliti.
Il Prof. Ramón Heidinger del WBI di Friburgo ci ha illustrato la situazione complessiva in Europa e ha dato delle interessanti e specifiche informazioni su alcune varietà: Il Souvignier Gris cresce molto velocemente, è una varietà amata per la buona resa, fiorisce tardi (in Francia è amata per questo), ha un profilo aromatico versatile, note tioliche, fruttati freschi, bosso, è simile ad un Sauvignon blanc del Tirolo, cambia quadro sensoriale in base ai lieviti e al tempo di contatto con le bucce. Lo Johanniter ha un’ottima resa, si realizzano vini bianchi fini. Ha note amarognole determinate dalle catechine, tannini alti da ridurre in cantina. Il Muscaris è un aromatico il cui residuo zuccherino lo rende particolarmente adatto alla realizzazione di vini dolci, sono da evitare vendemmie precoci. Tra i rossi il Cabernet Cortis risulta essere la varietà piu importante per la zona di Friburgo. Ha note aromatiche interessanti e fruttate, molti fenoli e antociani – anche Prior ne ha molti. I consumatori non amano molto i vini troppo colorati, che magari sporcano i denti di blu. Vanno bilanciati gli antociani nell’estrazione con il delestage. In generale i consumatori preferiscono le cuvée. Altra riflessione riguarda la diversità delle uve e dei vini PIWI che richiedono per ogni varietà un metodo di gestione differente, sia come location dell’impianto che nella vinificazione in cantina. Per quello che riguarda i consumatori della Germania è interessante sapere che la differenza varietale tra PIWI e tradizionali è irrilevante (es. Cabernet Cortis/Cabernet Sauvignon). La differenza sensoriale per il consumatore è molto piccola e questo suggerisce di non sottolineare le differenze come argomento di vendita.
L’intervento del Prof. Eugenio Pomarici dell’Università di Padova è stato sul marketing dei PIWI nel mercato italiano. Personalmente mi ha inorridito vedere l’esempio di una promozione di vini PIWI in Francia, nella grande distribuzione, che vengono proposti a pochi euro e che probabilmente sono anche di bassa qualità. Il tema è quello di come uscire dalla “nicchia” ma se questa è la strada forse è meglio rimanere sul binario della qualità a prezzi equi. Le notizie migliori riguardano il percepito dei consumatori che risultano nelle preferenze dichiarate, disponibili a pagare di più per un vino PIWI. I valori di sostenibilità sono un argomento di particolare interesse soprattuto sui giovani.
In una prova sensoriale svoltasi a Padova con tre vini: un convenzionale un Bio e un PIWI, con profilo sensoriale simile (due Chardonnay e un Bronner), su circa 200 consumatori che li hanno assaggiati alla cieca, senza e con informazioni, ha determinato che il PIWI e il Bio siano stati valutati meglio. Sempre sul tema, i consumatori più esperti e colti sono portati a dare più valore ai PIWI ed essere più influenzati nell’acquisto. Uno studio di Geisenheim ha indagato gli aspetti di comunicazione dei PIWI evidenziando elementi utili che favoriscono l’acquisto, ad esempio: Logo e sigillo PIWI, informazioni in etichetta ed etichetta in stile ‘naturale’. Un’indagine del Cirve sui produttori del Veneto segnala tra i punti di forza dei PIWI i minori trattamenti, i minori costi di produzione, l’innovazione compatibile con la produzione biologica (preclusa alle varietà da TEA). Tra le criticità sono emerse la difficoltà a valorizzare il prodotto, la presenza sul mercato di alcuni prodotti di bassa qualità e la scarsa conoscenza da parte dei consumatori. L’orizzonte PIWI è comunque roseo in relazione all’organizzazione dell’offerta di vino in Italia e all’ampio finanziamento per la ristrutturazione e conversione dei vigneti. C’è poi da ricordare lo scenario possibile delll’inserimento nelle DOP con limiti di un 10% nei vini e del 5% sulle superfici dei vigneti nonché le azioni di ricerca, consulenza, condivisione di esperienze, promozione e valorizzazione dei vari player.
È seguito il saluto del Presidente della Fondazione Mach, Marco Maria Franco Cattani che ha ribadito il suo fermo sostegno all’iniziativa e annunciato che l’anno prossimo il concorso sarà aperto alle cantine straniere. Infine la parola è passata alla colonna portante della rassegna, il Prof. Andrea Panichi che prima di svelare i vincitori ha spiegato con quali modalità si è svolta la valutazione, cioè attraverso la degustazione di campioni anonimi suddivisi per categorie e la compilazione di una scheda tecnica digitale da parte dei 30 commissari (di varia estrazione tecnica e provenienza geografica).
I vini in concorso sono stati 148, proposti da 90 aziende. Un notevole aumento rispetto ai 110 campioni dell’anno scorso. Andrea ha poi ricordato lo scopo della Rassegna che è quello di far conoscere i vini PIWI, far crescere la qualità dei vini ed essere un valido strumento didattico per i giovani dell’Istituto che hanno la possibilità di vedere nel concreto gli sviluppi dei loro studi.
A questo punto è iniziata la consegna delle Menzioni e la Premiazione dei primi tre classificati di ogni categoria.
PREMIAZIONE
Vincitore Assoluto della IV^ Rassegna PIWI, con la somma dei punteggi più alti.
1° assoluto: DA PIERI con il vino passito Dolce Paola IGT Veneto.
VINI BIANCHI
1 Terre di Ger – Limine
2 Soc. Agr. AVA – Lastramor
3 Francesco Poli – Naranis
Menzione
Terre di Ger – Arconi bianco
Menel Giuliano – Principe di Mel
Albafiorita – M’ama
Gentili – Souvignier Gris
Col Parè – Muscaris
Terre Alte d’Alpago – Soratesa
Ploner – Solaris
Parco del Venda – Cigno bianco
Vivallis – White Rock
Terre di Ger – Feltro
Ritterhof – Natus
Edmund Pomella Cuvèe Weiss
Sartori Organic Farm – Massangla
La Fornase – Sauvage
MEAvitis – Nemo
Maso Loera – Lena
Ca’ da Roman – Maria Pia Viaro
Nicola Dall’Agnol – Vi&To
Le Ginestre – Monument
Viticoltori Alto Appennino Emiliano – Rocca Corneta
Roberto Baldovin – Artemis
Mussino Federico – Bronner
Villa Persani – Aromatta
Lieselehof – Julian
Kurtatsch – Resi
VINI ROSSI
1 Parco del Venda – Cigno nero
2 Tenuta Gambalonga – Merlot Khorus
3 Ronco della Cava – Patior
Menzione
Stachlburg – Regent
Corte Zecchina – Mario
Maculan – Mawi rosso
Le Carline – Resiliens Prior
Postumia Vini – Mybrid rosso
Trezero – Olympus
Terre di Ger – Caliere
Bondaion – El Losc
La Fornase – Rubus Baca
VINI BIANCHI MACERATI
1 Spur IGT – Schmid Oberrautner
2 Giannitessari – Rebellis
3 Lieselehof – Julian orange
Menzione
Nove Lune – Rukh
Hermau – Orange
Stachlburg – Obsistens Souvignier Gris
Trezero – Biblis
Tosca – Esperimento uno
Sala Agricoltura – Erbamatta
Caliari Luca e Massimiliano – Sonata
Thomas Niendermayr – Abendrot
SPUMANTI METODO CLASSICO
1 Martignago – Rosato dosaggio zero 36 mesi
2 Pravis – Naran
3 Villa Persani – Candido
Menzione
Martignago – Rosato dosaggio zero 24 mesi
Martinelli – Spumonte
Lieselehof – brut
Hermau – Magy
SPUMANTI METODO MARTINOTTI/CHARMAT
1 Le Carline – Resiliens dolce
2 Filanda de Boron – Lauro
3 Colli del Soligo – Johanniter brut
Menzione
Bortolin – 2zero21
Le Carezze – Genesi
VINI FRIZZANTI
1 Ceste – Beefour
2 Maso Bergamini – Sgris
3 Sartori Organic Farm – Run
Menzione
Mike Dalto – Madresal
VINI PASSITI
1 Da Pieri – Dolce Paola
2 Nove Lune – Theia
3 Cavalli Faletti – Solarino
Complimenti a tutti i vincitori, qui una carrellata di foto che li ritraggono:
Da commissario degustatore posso dire che questa quarta rassegna ha segnato il passaggio tra gli anni di “avvicinamento e miglioramento” a quelli dell’affermazione qualitativa.
Nelle passate edizioni erano numerosi i vini che si esprimevano in modo scomposto e che, a causa di maturazioni o vinificazioni non adeguate, risultavano a dir poco spiacevoli.
Quest’anno sono stati rarissimi i casi dove qualche critica è stata legittima, anche i rossi hanno raggiunto un livello medio/alto su tutti i campioni assaggiati.
Vanno quindi i più sentiti complimenti ai partecipanti per il loro lavoro vitivinicolo che fa capire come stiano interpretando e gestendo sempre meglio le varietà PIWI.
Alla premiazione è seguita la degustazione per tutti gli ospiti dei 148 vini accompagnati da finger food preparati dagli studenti dell’Istituto. Qui il clima era decisamente più familiare ed è stato bello vedere quanti produttori avevano la curiosità di assaggiare i vini degli altri o scoprire quelli dei nuovi produttori che si affacciano con un prima annata PIWI sul mercato. Per me è stata una bellissima occasione per rivedere tanti amici produttori con i quali condivido ormai anche relazioni lavorative.
Infine è doveroso ringraziare la Fondazione Mach, con tutte le persone che hanno contribuito alla riuscita dell’evento. Una sempre precisa organizzazione ed una magnifica accoglienza. Grazie a tutti i ragazzi occupati nella gestione del servizio ed un grazie enorme al Dott. Marco Stefanini e al Dott. Andrea Panichi, che anno dopo anno hanno fatto diventare questo appuntamento il più importante d’Italia per il mondo PIWI.