Verticale Rebellis

Verticale di Rebellis, l’orange wine PIWI di Giannitessari: annate 2022, 2021; 2020; 2019; 2018; 2017

Giannitessari è un produttore di vini nella zona dei Monti Lessini in Veneto, un territorio costituitosi 45 milioni di anni fa dall’azione del magma in risalita che ha dato origine a suoli composti da un mix di rocce laviche e antichi fondali sabbiosi e limosi con giacimenti fossiliferi.
La cantina si trova a Roncà (VR), mentre il vigneto di Solaris da cui nasce il Rebellis, occupa una superficie di 1,5ha e si trova in Val d’Alpone a San Giovanni Ilarione. L’altitudine dell’impianto è di 550m con esposizione sud-est. Le uve di Solaris, incrocio che vede nel suo passato il Riesling e il Pinot grigio, vengono raccolte a mano e fermentate con lieviti indigeni. La macerazione sulle bucce dura tra i 5 e i 7 giorni. Affina poi per un anno in anfore di terracotta.
Questa verticale d’assaggio parte dall’ultima annata messa in commercio, la 2022 e termina con la prima annata prodotta, la 2017.

Vigneto Solaris, foto Giannitessari

La degustazione è stata accompagnata dall’abbinamento a quattro formaggi, due tendenzialmente più dolci, Caciotta Toscana e Asiago Dop di media stagionatura, seguiti da due formaggi più sapidi, un Pecorino Sardo Dop maturo e un Parmigiano Reggiano Dop 30 mesi. A dare un tocco vegetale ci ha pensato l’ottima giardiniera di Cascina Pizzavacca.

Senza scendere troppo nel dettaglio, i vini hanno saputo trasmettere personalità diverse pur avendo alle spalle un’evoluzione ancora abbastanza limitata, di certo questi Rebellis possono crescere senza problemi per minimo un’altro decennio. Tutti hanno acidità, tannini e alcol pronti a sorreggerne l’invecchiamento.
La degustazione è stata fatta da cinque persone, tre uomini e due donne. Seppure con sfumature di piacevolezza diverse un’annata su tutte ha conquistato il massimo godimento.

Andando in ordine di degustazione, la 2022 si è dimostrata molto interessante. Fresca, agile, dai bei sentori che ricordano erbe aromatiche e agrumi. Un Rebellis che mi ha comunicato una bella annata e una beva facilmente ripetibile.
La 2021: è stata lei la regina della serata, maestosa e imponente all’olfatto, complessa e lunghissima nella persistenza. Grandissima annata che già un paio di anni fa si era guadagnata la prima posizione tra gli orange wine alla Rassegna FEM di San Michele all’Adige.
2020 e 2019 sono state quelle passate più sottotono, forse perché lavorano più su finezza ed eleganza, vini ‘di luce’ mentre i precedenti li vedo più assimilabili a ‘vini di calore’ che esprimono potenza. Due annate da tenere sicuramente in cantina ed aspettarle ancora un pochino. Il corredo aromatico è comunque quello tipico del Rebellis, buon sangue non mente.
Con la 2018 si fa un salto nel passato, nel senso che si denota una maturazione più importante con aromi che arrivano a ricordarmi i frutti canditi e sfumature eteree da cognac.
L’ultimo assaggio è quasi commovente, perché ritrovo un vino assaggiato la prima volta 5 anni fa. L’unico dei sei che si scosta dal 13% di Vol. limitandosi al 12,5%. Un’eccellente prima annata di Rebellis, l’olfatto richiama il parente nobile Riesling, si allarga e comunica l’armonia di un tannino vellutato a un’acidità che scioglie piacevolezza nel palato. Complesso aromaticamente e memorabile.

In generale il Rebellis ha la qualità di classificarsi come un orange facilmente apprezzabile per la sua spinta aromatica, l’avvolgente sensazione tattile che si percepisce in bocca e il finale minerale/salino. Personalmente ho preferito l’abbinamento con formaggi a tendenza dolce, vorrei provarlo con una ‘verticale’ di Asiago, dal fresco allo stagionato.

Tutte le annate raccontano una cosa inequivocabile, che non è sempre scontata, cioè la capacità ed esperienza di Gianni Tessari nel fare vino e di tenere alta l’asticella ad ogni vendemmia.